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rispetta chi ti aiutaEsprimiamo la nostra piena solidarietà alla collega colpita e a tutti quegli infermieri e altri operatori sanitari che sono vittime, ogni giorno purtroppo, di violenza.

Fatti di questo genere sono inaccettabili e non possiamo più accettare che avvengano. Il nostro auspicio, quindi, è che il livello di intervento sia di tolleranza zero.

Proprio nei giorni scorsi la federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche ha effettuato il primo studio multicentrico (Cease-it) e il più importante in Italia finora mai realizzato.

La ricerca della Fnopi evidenzia come sono fondamentali i livelli comunicativi e la prevenzione, ma che questi sono pesantemente influenzati dalle condizioni in cui si opera:  dal carico di lavoro, dal caos di modelli organizzativi e dal numero di personale in essere che impattano, chiaramente, sui buoni livelli comunicativi. Dobbiamo lavorare insieme, operatori sanitari, aziende sanitarie e cittadini, affinché il rispetto sia alla base della relazione tra il paziente e chi compie lavori di cura.

La ricerca, effettuata su oltre seimila operatori sanitari durante il periodo dell’emergenza Covid, mette in evidenza come il 32,4% abbia ammesso di aver subito atti violenti: si tratta di circa 1969 professionisti in Italia e, di questi, la maggior parte sono donne. Si stima però che ci siano numerosi casi di violenza sommersa.

Rientrano nella casistica anche le aggressioni verbali e le intimidazioni che sono la porta di accesso ad azioni ancora più gravi, come quelle che si sono verificate a Grosseto.  Invitiamo quindi a denunciare questi episodi proprio perché più segnalazioni si accolgono, più sarà possibile agire contro chi compie questi gravissimi gesti.

Continua per tutto il 2022 la ripresa delle attività formative dell'Ordine. Sempre gratuite e accreditate per tutti gli iscritti. Si Continua il 29 giugno con "English for Nurses", secondaa edizione. Locandina in allegato con tutte le info. 

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rispetta chi ti aiutaLa violenza sul luogo di lavoro rappresenta un fenomeno in forte crescita in particolar modo per gli infermieri. Le conseguenze di questo fenomeno possono estendersi oltre le singole vittime, alla sicurezza e alla qualità dei servizi offerti alla popolazione.
Seimila settantanove infermieri hanno partecipato allo studio, 1969 (32,4%) hanno subito violenza. La minaccia verbale è stata la forma di violenza più subita (84%). Dal confronto tra gli infermieri che non hanno subito violenza rispetto a coloro che l’hanno subita sono risultate statisticamente significative le differenze tra variabili appartenenti a: (a) caratteristiche dei professionisti, (b) caratteristiche degli assistiti, (c) caratteristiche organizzative e professionali, (d) misure preventive presenti sul posto di lavoro, (e) caratteristiche dell’ambiente di lavoro.

Leggi tutto lo studio multicentrico cliccando qui

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