Questo sito web utilizza i cookie, anche di terze parti, per migliorare la navigazione. Utilizzando il sito si intende accettata la Cookie Policy.

 

banner 3 congresso

ATECO 2025L’Istat nella sua ultima revisione dei codici ATECO (nuovi codici delle attività economiche), ha finalmente sciolto il nodo delle professioni sanitarie non mediche, finora riunite sotto un unico generico codice: 89.90.29 “Altre attività paramediche indipendenti n.c.a.”.
 
Le professioni, divenute intellettuali con la creazione degli ordini professionali del 2018 e naturalmente con l’obbligo di laurea e di iscrizione all’albo per l’esercizio professionale, sono state quindi riclassificate, come chiesto dalla FNOPI. E in questo ambito, tra gli altri, è stato realizzato il nuovo codice specifico superando, appunto, il codice generico.
Il nuovo codice ATECO 86.94.01 “Attività infermieristiche” è quindi entrato in vigore con l’inizio del 2025.
 
ATECO è la classificazione delle attività economiche adottata dall’ISTAT per finalità statistiche, per la produzione e la diffusione di dati statistici ufficiali. Viene inoltre utilizzata dall’Agenzia delle Entrate ai fini fiscali, quale, per esempio, la definizione della redditività del forfettario o, nel periodo pandemico, a selezionare quali attività potessero proseguire la propria attività nonostante il lockdown. I codici ATECO sono necessari ai professionisti che, al momento dell’apertura della partita IVA, devono indicare quale sarà la propria attività economica, scegliendo il codice che fa a loro riferimento.
 
nuovi codici ATECO 2025 sostituiscono la classificazione del 2007 a partire dal primo gennaio 2025 e dal primo aprile saranno utilizzati in tutti gli adempimenti di tipo statistico, amministrativo e fiscale, e sono adeguati alla classificazione europea NACE, nella sua Revisione 2.1. Non sono previste, al momento, sanzioni per chi non dovesse variare il codice, ma sarebbe importante rettificarlo laddove descriva meglio la propria attività.
 

imverno demograficoGrosseto, giovedì 9 gennaio 2025
Comunicato stampa

Nicola Draoli, presidente di Opi Grosseto, commenta i recenti dati sulle nascite in relazione all’indice di vecchiaia: “Non avremo abbastanza giovani per assistere le persone anziane e quindi sarà fondamentale riformare le professioni sanitarie, lavorare su percorsi di auto aiuto tra cittadini e incrementare gli interventi di comunità”

 

 

 

“Sul calo demografico dobbiamo stare attenti a non pensare che la tendenza si possa invertire facilmente”, Nicola Draoli, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Grosseto, commenta le notizie degli ultimi giorni che riguardano il tasso di natalità in Italia e in provincia di Grosseto ponendo l’attenzione su alcuni aspetti. “Comparare i numeri tra una annualità e la precedente, come spesso viene fatto, mettendo in relazione periodi di tempo limitati, rischia, a mio avviso, di distogliere l’attenzione della tendenza più generale: l’inverno demografico che il nostro paese sta attraversando è ormai un dato di fatto – continua Draoli – e non sarà l’aumento di piccoli numeri o il mantenimento della percentuale di nuovi nati a farlo cambiare.

Questo, oltre a determinare questioni importanti sulla tenuta economica dell’Italia, deve imporci anche una riflessione sull’assistenza sanitaria: saremo sempre più vecchi, con sempre meno giovani e, di conseguenza, una delle questioni fondamentali da affrontare è questa: chi curerà e assisterà questa popolazione sempre più anziana?”. Un tema su cui l’Ordine si interroga da tempo, sia perché la questione coinvolge principalmente gli infermieri, sia perché da anni si assiste a una costante richiesta di professionisti “… innestando diatribe e discussioni politiche – prosegue Draoli – ma che, ad ogni anno che passa, di fronte al calo dei giovani e alla presenza degli stessi modelli professionali, continuerà a non trovare risposta, diventando un esercizio retorico. In base alle previsioni demografiche dell’Istat, la popolazione residente in Italia è destinata a diminuire nei prossimi decenni, passando da circa 59 milioni nel 2023 a 54,8 milioni nel 2050, fino ad arrivare a 46.1 milioni nel 2028. Se si comparano questi dati con quelli dell’Agenzia regionale di sanità della Toscana, mettendo in relazione il tasso di natalità con l’indice di vecchiaia, che è l’altro parametro fondamentale da prendere in considerazione, vediamo che nella provincia di Grosseto avevamo un tasso di vecchiaia nel 2010 di 175 anziani ogni 100 giovani, contro gli attuali 228. Andando avanti in questo modo non avremo abbastanza giovani da impiegare nelle professioni di assistenza e di cura e, in questo momento, le persone che si stanno formando e che entrano nel mondo del lavoro sono ‘sparpagliate’, se così si può dire, su troppe professioni diverse, con competenze ancora molto rigide e ingessate rispetto ai bisogni di salute”.

“È evidente che, affinché la tendenza del calo demografico cambi, è necessaria una rivoluzione culturale e sociale o una forte ondata migratoria che cambi il rapporto tra le diverse fasce di età, ma quello su cui i professionisti della sanità e i legislatori devono riflettere è la possibilità di riformare le professioni, creando percorso formativi più flessibili e duttili, accorpando professioni simili tra loro e, non secondario, anche più appetibili per i pochi giovani che si apprestano a entrare nel mondo del lavoro. Accanto a questo - conclude Draoli - occorre lavorare sempre di più su percorsi di auto aiuto tra cittadini e interventi di comunità”.

Logo 250Comunicato stampa del 19/12/2024

Nonostante l’inflazione e la crescita del costo della vita, l’Ordine delle professioni infermieristiche di Grosseto mantiene invariata la quota annuale per gli iscritti che, in 13 anni, è cresciuta di soli 4 euro. “Frutto di una gestione oculata e della continua ricerca della migliore soluzione sul mercato”, commentano il presidente Draoli ed il neo tesoriere Andrea Bigozzi.

Rimane invariata, anche per il 2025, la quota annuale che gli iscritti all’Ordine delle professioni infermieristiche di Grosseto dovranno versare. Una cifra che ammonta a 87 euro all’anno e che è aumentata, negli ultimi 13 anni, di soli 4 euro nonostante le entrate siano sempre le stesse. “Potrebbe sembrare un risultato da poco - commenta Andrea Bigozzi, tesoriere di Opi Grosseto – invece si tratta di un dato importante, soprattutto se messo in relazione con una serie di elementi che, come cittadini, conosciamo bene: se dovessimo guardare al tasso di inflazione calcolato da Istat del 22%, la quota annuale dagli 83 euro del 2012 oggi dovrebbe essere di 101 euro circa”.

Una decisione dettata dalla “salubrità” dei conti di Opi Grosseto, l’ente pubblico che ha il compito di rappresentare e amministrare tutte le attività legate allo svolgimento della professione infermieristica: “Abbiamo assistito negli ultimi anni a un aumento pressante del costo della vita, che ha portato l’Ordine ad impegnarsi per cercare sempre le migliori offerte sul mercato e garantire, così, lo svolgimento dell’attività amministrativa, senza ripercussioni sugli iscritti. Perché, preme ricordarlo, le quote versate dai nostri iscritti sono la nostra unica fonte di finanziamento e, negli ultimi anni, si è anche registrata una lieve flessione nel numero degli infermieri iscritti che, ad oggi, è intorno ai 1700 quando nel 2012 erano persino di più”, precisa Draoli. “Nonostante questo siamo riusciti a sostenere le spese per offrire a tutti gli iscritti la casella pec gratuita, per accreditare i corsi Ecm, per portare avanti anche attività di comunicazione e informazione, i costi per la digitalizzazione delle nostre pratiche e le incombenze obbligatorie (ed onerose) che ad ogni soggetto pubblico sono richieste: insomma, siamo riusciti ad essere performanti, senza incidere sulle tasche dei nostri iscritti e credo che questo, per un ente pubblico come il nostro, sia un risultato da sottolineare: Opi Grosseto è un ente solido, che riesce a garantire una gestione oculata delle spese, senza diminuire il livello delle prestazioni per i nostri iscritti ed è forse uno dei pochi a farlo e di questo credo ne dovremmo essere orgogliosi. Noi infermieri siamo sicuramenti anche dei bravi amministratori pubblici, lo vediamo anche in sanità dove sono tanti gli infermieri coordinatori che gestiscono risorse umane ed economiche al meglio"

Servizi On Line

banner amministrazione trasparente

banner amministrazione trasparente

PAGAMENTO QUOTA

banner amministrazione trasparente

Comitato Asilo Nido Aziendale

PEC

 

Cerca nel Sito

Iscrizione Newsletter

banner responsabilita sanitaria v2

Accesso portale

paroladiinfermieresigla

Questione inf.ca in Toscana

Toscana

Tesi di Laurea

tesi

Uni Logo

trovaifecasl

Cerco Offro Lavoro

castorina home

Uni Logo

grosseto si vaccina perché

PAsocial

 PosizionamentiInterventi Progetti OPI GR

infermieri informa OPI

Campagne Mediatiche

hoscelto2024 1