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118 infermiere“Affermare, come fa il rappresentante del sindacato Snami, che l'infermiere possa mettere a repentaglio il servizio e la sicurezza del servizio di emergenza 118, in riferimento alla situazione della ASL Centro, significa tornare indietro di 30 anni”.
 
Gli Ordini delle Professioni Infermieristiche della Toscana replicano alle affermazioni del rappresentante Snami ricordando che “proprio in questi giorni, mentre il sistema sanitario nella sua interezza è in difficoltà, nell’attimo in cui il gioco di squadra è prioritario, leggere di sterili polemiche tese a minare la professionalità Infermieristica in ambito di emergenza territoriale e creare confusione tra i cittadini, fruitori di tali importanti servizi, è veramente fuori luogo. Quest'anno, infatti, compie 30 anni il primo Decreto del Presidente della Repubblica che convalida e sancisce l’attività Infermieristica in emergenza-urgenza territoriale. L’autonomia, l’agire professionale e le procedure infermieristiche sono valori ben definiti in questo ambito, riconosciuti e validati negli anni a seguire dalle maggiori Società Scientifiche italiane, quali IRC e SIMEU.
 
Affermare, quindi, che dopo 30 anni l’infermiere possa mettere a repentaglio 'il servizio e la sicurezza di tutti', è equiparabile all’affermare che il medico del 118 non abbia le competenze per svolgere la propria funzione dopo altrettanti anni di esperienza poiché privo di specializzazione in medicina d’urgenza o in anestesia e rianimazione. Noi non crediamo questo. Crediamo in un sistema multiprofessionale, che valorizzi lo sviluppo di tutte le figure che operano nella complessità delle reti dell’emergenza-urgenza territoriale, al passo con l’organizzazione territoriale di sistemi già in atto nella restante parte d’Europa e del mondo intero, dove i team in ambulanza vedono a bordo personale non medico, riconoscenti della letteratura scientifica internazionale, che fa spesso presente come in contesti di emergenza-urgenza territoriale gli esiti dei pazienti trattati da team infermieristici specializzati siano equiparabili a quelli trattati da team medici. Con questa nota, al di là della polemica, ci rendiamo comunque aperti al dialogo e ampiamente disponibili ai fronti professionali, sindacali, del mondo del volontariato, aziendali e politici che, ponendo come primario obiettivo garantire la migliore risposta ai bisogni di salute in regime di emergenza-urgenza dei cittadini e non altro, desiderano sedersi al medesimo tavolo dove discutere di una nuova e strutturata riorganizzazione dell’emergenza sanitaria territoriale toscana che risponda in modo efficace, efficiente e con appropriatezza di investimento a tutte le nuove esigenze e sfide che il mondo della sanità quotidianamente ci pone di fronte.”, conclude la nota degli OPI della Toscana.

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