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soldiQuesto è un vecchio articolo del 2014 che differenzia le funzioni tra Ordine e Sindacato e che riattualizziamo a favore dei nuovi iscritti e in virtù di molte segnalazioni e domande di carattere strettamente sindacale, domande a cui rispondiamo genericamente per sommi capi ma che finiscono sempre con "è necessario rivolgersi ad un sindacato ". Per non parlare di un fenomento social che, soprattutto nelle uscite della Federazione, vede ad ogni comunicato stampa l'obiezione "ma degli stipendi non parlate?"

Intanto sfatiamo subito una percezione distorta della realtà. La FNOPI ha parlato eccome della criticità legata allo scarso potere contrattuale infermieristico ad esempio QUA

Ma anche come Ordine di Grosseto non c'è uscita dove non tocchiamo la questione. Ad esempio QUA ("L'amara consolazione (amara davvero) è che il nostro stipendio è così irrisorio che moltissimi preferiranno stare al lavoro") oppure QUA ("Il nostro contratto e il nostro ritorno economico è così misero rispetto alla nostra funzione che davvero diventa difficile [...]") o alivello regionale QUA ("È a conoscenza la Regione Toscana delle condizioni di lavoro infermieristiche economicamente degradanti "). Ma trovate anche una dichiarazione in diretta TV del Presidente Nicola Draoli sulla questione QUA o in veste di Consigliere FNOPI sulla RIA in una recente intervista a Radio RAI. Insomma se ne parla e come.

Dopodichè sul perchè non troverete disamine sul contratto così approfondite come invece le trovate su competenze, specializzazioni, fabbisogno, percorsi, è perchè un Ordine non fa e non può fare Sindacato (per altro come definito dalla L 3/2018). Non è quindi un non volerne parlare ma una DOVEROSA distinzione di ruoli.  E lo spieghiamo nel dettaglio di seguito. 

L'Ordine  ha due finalità precise:

La prima è la tutela del cittadino che ha il diritto, sancito dalla Costituzione, di essere tutelato nella sua salute e di ricevere prestazioni sanitarie da personale qualificato, in possesso di uno specifico titolo abilitante, senza pendenze rilevanti con la giustizia. Percorsi che l'Ordine pone in virtù del suo essere Ente Sussidario dello Stato vigilato dal Ministero della Salute sia ponendosi nei confronti della politica sanitaria che nei confronti degli infermieri esercitando il potere disciplinare e vigliando sul rispetto del Codice Deontologico in vigore. 

La seconda finalità è rivolta agli infermieri iscritti all’Albo che l'Ordine è tenuto a tutelare nella loro professionalità, contrastando l’abusivismo,  favorendo la crescita culturale degli iscritti, garantendo l’informazione e la formazione, offrendo servizi di supporto e linee guida per un corretto esercizio professionale.

Il sindacato, invece, ha il preciso ruolo di esercitare  le competenze contrattuali nel mondo del lavoro, vigilando la rispettosa applicazione  del contratto che, per altro, se rappresentativo, sottoscrive e applica a livello nazionale e comunque nelle sue trattative decentrate (con le singole Aziende). Il Sindacato ha un canale privilegiato, previsto per legge, attraverso il quale  comunica e tratta con i datori di lavoro ai tavoli individuati esprimendo parere favorevole o contrario (ovviamente con integrazioni e modifiche)  a tutto ciò che è concernente l’organizzazione del lavoro e la sua parte economica. Il non rispetto delle trattative aziendali da parte del datore di lavoro è perseguibile legalmente come comportamento antisindacale.

Come vedete la prima sostanziale differenza, che non viene spesso colta, è che l'Ordine esercita come mission principale un’azione a tutela del cittadino garantendo che chi si proclama infermiere lo sia veramente, che abbia perseguito il giusto percorso di studi, che non abbia riportato condanne penali o azioni disciplinari etc

Ad esempio lOrdine è presente per legge con dei commissari all’esame di stato abilitante alla professione ed esercita il dovere di riunire un apposita commissione per il riconoscimento della lingua italiana e delle normative nazionali rispettivamente per i cittadini stranieri comunitari e non comunitari. 

Il Sindacato si rivolge esclusivamente  alla tutela del lavoratore. Nel nostro caso professionale, per le finalità utilitaristiche dell’infermiere nei confronti della salute del cittadino, indirettamente il sindacato promuove anche un servizio nei confronti dell’utenza (un lavoratore infermiere sereno riconosciuto e tutelato nei suoi diritti contrattualmente riconosciuti offre un' assistenza più serena e di qualità).  Spesso i problemi di una categoria professionale si intrecciano e si risolvono con azioni che dovrebbero essere congiunte per ottenere il miglior risultato ma certo un Ordine non può entrare in merito alle azioni di un sindacato e viceversa. O almeno non dovrebbe....

La parte economica e tutto ciò che ne consegue  - straordinari, indennità etc è materia contrattuale e quindi esclusivamente sindacale.

L'Ordine cercando di promuovere l’immagine dell’infermiere nell’opinione pubblica e nei contesti politici ovviamente può influenzare gli stessi contesti oltre a supportare le richieste di un adeguamento contrattuale da parte dei sindacati ma certo non può andare a contrattare e parlare di aspetti contrattuali con nessuno.  La domanda che spesso viene posta e che si legge ovunque nei social  “cosa fa l'Ordine per il trattamento economico”, non può che risolversi in un “niente direttamente perché, sic et simpliciter, non può". Indirettamente invece opera a favore della questione ogni singola volta che promuove nei contesti specifici, politici e cittadini, la necessità di valorizzare la professione".

Non possiamo esprimerci sul fatto che sia giusto pagare con prestazioni aggiuntive o meno un'infermiere che garantisce un servizio extra orario di lavoro o con prestazioni al di fuori delle proprie assegnazioni ma possiamo dire la nostra sulla necessità che sia riconosciuta formalmente una competenza avanzata o una specializzazione infermieristica con criteri di qualità in tutte le fasi di processo.

Prendiamo ad esempio la questione dei Bandi interni, esterni e concorsi.

Un Ordine può  intervenire per chiedere alle Aziende percorsi di selezioni trasparenti, rispettosi della professionalità e delle competenze nei suoi criteri valutativi, può discutere sullo “skill mix” professionale, obiettare e lottare per avere un numero di infermieri adeguato alla casistica epidemiologica. le nostre campagne di promozione “senza infermieri non c’è salute”, "#InfermiereInViaDiEstinzione"  e altre iniziative singole, mirano proprio ad evidenziare la necessità di adeguare quantitativamente il personale infermieristico in tutti gli ambiti (non solo nel settore pubblico). Poniamo i frequenti casi di infermieri che vengono trasferiti in altri contesti lavorativi. La questione è di carattere organizzativo e rigidamente normata ed è quindi il sindacato ad intervenire nei limiti di ciò che è legale e ciò che non lo è. Nel mezzo l'Ordine può appellarsi nel mantenere le competenze maturate da un professionista chiedendo comunque che sia garantito un percorso formativo di adeguamento in materia di competenze, formazione ed esperienza per la tutela e la sicurezza del professionista ma anche  dell’utenza e del cittadino. 

Il sindacato discute di dotazioni organiche da garantire attraverso mobilità, rispetto del turn over, L'Ordine di fabbisogno infermieristico e rapporto infermiere/utente sulla base delle evidenze scientifiche che indagano la complessità assistenziale. Ciò non toglie che interveniamo congiuntamente nel richiedere, ad esempio  come è stato fatto, la necessità di un concorso così come andiamo a denunciare la carenza infermieristica.

Nessun tavolo di discussione (Lo stesso tavolo di confronto Regionale è stata una conquista politica e non dettata dalla norma che di certo non lo prevede) è obbligatorio con l'Ordine anche se intelligenza e buon senso  vuole che ogni azienda pubblica o privata che sia così come le parti politiche, coinvolgano e ascoltino i vari “stakeholders” cioè tutti quei soggetti che a vario titolo hanno voce in capitolo di politica socio sanitaria.

Il Sindacato può invocare  un comportamento antisindacale fino a procedere verso lo stato di agitazione del personale e quindi lo sciopero. l'Ordine non può invocare alcunché ma solo pressare politicamente e mediaticamente un percorso che ritiene necessario. Ovviamente può organizzare una manifestazione ma che non ha le tutele e la forza legale dello sciopero.  Certamente su atti e delibere che ledono la professione ricorre per vie legali.

In sostanza Il sindacato agisce su quelle che sono le norme che regolano il lavoro chiedendone il rispetto. l'Ordine agisce sulle questioni  squisitamente professionali con il grande strumento del codice deontologico e della sua natura di ente sussidiario dello Stato che possono sembrare la stessa cosa ma sono  settori radicalmente diversi.

l'Ordine ha dalla sua il potere disciplinare nei confronti dell’iscritto che può portare fino alla radiazione dall’albo, potere che invece non ha il sindacato.

Ci sono poi una serie di azioni sicuramente comuni. Pensiamo ad esempio  ai corsi di formazione ECM o alle iniziative congressuali. Se per il sindacato sono tutte azioni aggiuntive ai servizi di base benché ormai assodate, per un Ordine sono sicuramente azioni più “doverose”. Certamente è più usuale vedere momenti di condivisione con la cittadinanza (vedi il progetto dialogo o le giornate in piazza o a scuola di educazione sanitaria) da parte di un Ordine piuttosto che da un Sindacato. 

C’è infine l'ambito libero professionale che è interamente sorvegliato dall'Ordine e mai dal sindacato proprio perchè esulante dalle norme contrattuali del lavoratore dipendente. 

Articolo del 2014 a cura di: Nicola Draoli e Edgardo Norgini  - revisionato il 2 Gennaio 2020

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