Cgil, Cisl, Uil assieme alle Federazioni e alle Associazioni delle professioni sanitarie hanno organizzato per martedì 28 giugno un evento alla presenza delle Istituzioni (è prevista la partecipazione del Ministro della salute e del Presidente della Conferenza delle Regioni e PP.AA.) che si terrà a Roma, presso l’Aula Magna del Palazzo del Rettore dell’Università La Sapienza di Roma, per presentare alle istituzioni nazionali e regionali il manifesto/piattaforma di proposte dal titolo: “La crescita delle competenze per la qualità del lavoro in sanità”. La partecipazione non prevede presicrizioni. Particolarmente importante il manifesto delle proposte:
- ai tagli delle risorse del fondo sanitario nazionale;
- al modello organizzativo ospedalocentrico;
- al blocco del turn-over
- a un modello organizzativo che abbia il proprio baricentro nel territorio;
-all’integrazione ospedale-territorio in un modello di continuità assistenziale;
-all’implementazione delle competenze specialistiche per le professioni sanitarie;
- a standard unici minimi obbligatori, sia professionali che organizzativi, per tuttoil territorio nazionale;
- a indicatori di risultato sia per l’ambito ospedaliero che per quello territoriale;
- a definire le professioni sanitarie e sociosanitarie a livello nazionale, secondo i criteri uniformi fissati dalla comunità europea;
- a ridefinire le competenze e le responsabilità dell’operatore socio-sanitario istituendo realmente un unico percorso di formazione sull’intero territorio nazionale;
- ad un confronto aperto con le organizzazioni sindacali, oltre a quello già in essere con le rappresentanze professionali, sulla quantificazione dei fabbisogni di personale per tutte le professioni;
- alla progettazione dei corsi universitari di base e post-universitari delle professioni sanitarie con il coinvolgimento del SSN, delle regioni e delle aziende sanitarie;
- coinvolgimento dei professionisti sanitari nell’organizzazione dei corsi universitari esteso anche alla titolarità della docenza, del coordinamento e della direzione;
- al diritto alla formazione continua – ECM – per tutti i lavoratori e a spese del datore di lavoro, quale che sia il ruolo ricoperto e /o il tipo di contratto di lavoro applicato;
- ai permessi retribuiti per la formazione universitaria (150 ore di diritto allo studio) e ECM (permessi ex art. 21) anche ai lavoratori precari;
- a riconoscere i crediti ECM in ambito universitario, con il rilascio di crediti CFU;
- a sbloccare la riforma degli ordini professionali, anchè possano meglio valorizzare e garantire la professionalità dei loro iscritti nei confronti dei cittadini.