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Questa la lettera appena inviata indirizzata alla stampa locale a al Presidente OMCEO Grosseto Dr Roberto Madonna

Ribadiamo la nostra più onesta e sincera vicinanza alla famiglia di Fiorini e ci auguriamo, come tutti, che siano delineate le responsabilità singole e di equipe con certezza e chiarezza . Quando leggiamo però, negli stralci delle dichiarazioni dei medici riportate a mezzo stampa, passaggi come “può sembrare strano ma ci affidiamo all'occhio degli infermieri, anche se siamo sempre lì” e “non è possibile avere un numero di medici tale da seguire ciascun paziente (gli infermieri sono invece 1 ogni due pazienti)” e ancora “Un'amnesia evidente dell'infermiera” siamo costretti ad intervenire ricordando a tutti che:

- Il processo trasfusionale prevede chiaramente una corresponsabilità della presenza congiunta medico infermieristica;

- Che non è tollerabile e del tutto decontestualizzato insinuare come un maggior rapporto infermieri / pazienti sia sinonimo di maggior attenzione assoluta, perché diversi sono i compiti, diversi i ruoli, e l'eventuale sovraccarico lavorativo è elemento comune ormai a tutte le professioni sanitarie, non ad una parte di esse, e certo non lo si misura in meri criteri quantitativi;

Che non ci si “affida all'occhio dell'infermiere” quanto piuttosto si lavora, in particolar modo in certi contesti, con forti e strutturate relazioni inter professionali e di equipe, valorizzando e rispettando le competenze maturate e certificate e i mandati professionali di ogni attore che possono esplicarsi – come ogni altra professione - in forma autonoma o in forma collaborativa.

Nella speranza di non assistere a percorsi di deresponsabilizzazione di una professione nei confronti di un altra chiediamo quindi obiettività e imparzialità per non minare il rapporto fiduciario tra infermieri e cittadini.

Nicola Draoli, Presidente Collegio IPASVI di Grosseto (Ente Ordinistico Infermieri, infermieri pediatrici e assistenti sanitari)

AGGIORNAMENTO

Il Tirreno pubblica la nostra lettera con il titolo "più infermieri non significa più sicurezza" travisando completamente quello che era bene esplicitato. Non citano nemmeno una volta il concetto della deresponsabilizzazione. Non possiamo che prenderne atto per individuare strategie mediatiche future diverse. Intanto vi riportiamo quanto scrivevamo nel 2013. Le perplessità di oggi sono quindi un fastidioso deja vu

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