Editoriale del Presidente Nicola Draoli - 15 agosto 2024
"Tutte le aggressioni ai professionisti sanitari sono ingiustificabili, ma non sono tutte uguali. Ogni episodio richiede un'analisi approfondita. Recentemente, uno/una dei nostri colleghi è stato vittima di un'aggressione. Come sempre facciamo in questi casi, ci siamo subito attivati per esprimere solidarietà e capire come poterlo/a supportare.
Il ruolo dell'Ordine può essere vario in queste situazioni. Abbiamo promosso campagne di sensibilizzazione, consultato i nostri legali, presentato denunce quando l'aggressione era rivolta non al singolo ma a tutta la professione (sono stati casi di incitamento alla violenza via social) e, in alcuni casi, siamo intervenuti mediaticamente. Tuttavia, ogni situazione è unica e richiede una risposta personalizzata.
L'ultimo episodio è stato particolarmente significativo. Il/La collega, professionista di esperienza, ha reagito con grande coraggio e lucidità, denunciando l'accaduto ma chiedendo al contempo di non dare eccessiva risonanza alla vicenda, preoccupata per le conseguenze sulla comunità locale per altro di piccole dimensioni.
Il suo desiderata non è andato a buon fine, la notizia è uscita comunque ed i giornalisti hanno fatto giustamnente il loro lavoro.
La scelta del/della collega, condivisa con l'Ordine, evidenzia due aspetti importanti. In primo luogo, dimostra un profondo senso di responsabilità verso la comunità e i pazienti, che spesso vengono messi in secondo piano dalle polemiche, pur giustificate come in questo caso. Vi si ritrova in questo pensiero il verso fulcro di quell'aggettivo "di comunità" accanto alla "famiglia" dell'infermiere territoriale. Un senso di responsabilità che non è in antitesi al rispetto della professione e della persona visto che comunque si accompagna ad una denuncia immediata e alle sue conseguenze e ad una segnalazione che comunque entrerà a fare anche doverosa statistica sul triste fenomeno.
In secondo luogo, sottolinea l'importanza di valutare attentamente l'impatto mediatico di ogni singolo caso, evitando di amplificare tensioni che potrebbero nuocere all'assistenza sanitaria. Non tutto deve essere strillato, non tutto deve essere sbattutto con toni da tregenda in prima pagina. Vale per l'Ordine ovviamente, ripeto, non per i giornalisti che fanno il loro lavoro.
Come ha detto il Presidente Mattarella “La comunicazione istituzionale non va in alcun modo confusa con la propaganda politica e non può ridursi all'esaltazione acritica dell'attività delle singole amministrazioni. Si tratta di rendere un servizio ai cittadini e non di farsi pubblicità.”
Se la notizia non fosse trapelata la questione si sarebbe ricondotta su un livello "privato e nascosto" che a mio avviso vale molto più di quello "pubblico" e che, purtroppo, oggi come oggi ha perso molto valore.